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Mauro Ferrari, Le pietre di passo di Angelo Andreotti (1960-2023)

Mauro Ferrari, Le pietre di passo di Angelo Andreotti (1960-2023)



L’incontro di Ferrara (Biblioteca Ariostea, 2 dicembre 2023) non è stata una banale occasione per ricordare un poeta vero, direttore della stessa Biblioteca e protagonista della vita culturale cittadina: gli interventi che si sono succeduti (di Sergio Bertolino, Matteo Bianchi e Giancarlo Pontiggia) oltre alle numerose testimonianze, hanno contribuito a delineare con chiarezza una figura di assoluta preminenza letteraria, di cui la raccolta Pietre di passo (puntoacapo 2023) è solo il tassello finale.


Le pietre di passo di Andreotti non sono soltanto segno e metafora di un percorso cauto e misurato che ci consente di procedere verso il mondo, al di là delle quali c’è il rischio di una caduta che non è solo conoscitiva ma anche etica e morale: conducono anche a una più profonda conoscenza di sé nel rapporto con il mondo stesso: “attraversare il ruscello fra pietre / dall’ordine sparso” (l’ultimo testo della raccolta, p. 79) è appunto metafora di un vivere che è comprendere, esige una decifrazione del caos, una attenta calibrazione del linguaggio, ascolto degli altri e del silenzio che accerchia e limita la nostra comprensione: tutti temi che non solo emergono con grande frequenza nella raccolta, ma che costituiscono da sempre i capisaldi del pensiero di Angelo Andreotti, poeta appunto di profonde e raffinate riflessioni, attestate in volumi come Il silenzio non è detto. Frammenti di una poetica (Mimesis 2014) e Il nascosto dell’opera. Frammenti sull’eticità dell’arte ( Italic Pequod 2018).


Noi siamo parte del mondo, siamo un occhio che si posa su una realtà che ingloba l’occhio stesso e non possiamo fare a meno di esercitare un titanico tentativo di afferrare la realtà e dare nomi alle cose: “Conosciamo le cose chiamandole / con nomi che non sanno, ma obbedienti / rispondo al nostro volere” (p. 42): è il linguaggio, appunto, che non solo definisce la realtà (come attesta l’ipotesi Sapir-Whorf), e che permette il rapporto con gli “altri viventi”: le pietre di passo ci indicano un percorso forse limitato e limitante, ma sicuro: “Così ogni transito, come ogni tragitto / è sempre un attraversare alla cieca, // un passaggio dal noto all’ignoto” (p. 11); ma, anche un viaggio di scoperta che specularmente trasforma l’ignoto in noto, il silenzio in parola, in definizione e quindi comprensione.


Il percorso testuale di Pietre di passo si apre del resto nel segno dell’incertezza: la realtà è sfuggente e ambigua, e si dà nell’“angolo cieco degli occhi / [che] vede più mondo / di quello che sto guardando” (p. 7). Subito dopo, Andreotti precisa appunto che “non tutto ciò che in chiaro è sicuro” quasi giocando sul calembour tra sicuro e scuro: il mondo che colpisce l’occhio, cioè quanto possiamo esperire tramite i sensi e l’intelletto, è insidioso. “L’ombra mischia buio e luce”, scrive più oltre Andreotti, (p. 29), e appunto la luce penetra nel buio come la nostra parola spinge sempre più lontano il territorio del silenzio, dell’incomunicabile.


Quello che rende affascinante la scrittura di Andreotti è la serena altezza dello stile, se posso azzardare il quasi-ossimoro. Nessun debordare nei toni, concentrazione alla precisione e alla purezza, ma mai cedimenti alla banalità, al minimalismo: anche gli accenni a un Io che testimonia e comunica fortificano e rendono ostensibile un mistero che ci avvolge e in cui ci addentriamo nella vita.

Raccolta ricca di spunti, profonda e perfettamente calibrata, Pietre di passo è senza dubbio una delle raccolte fondamentali degli ultimi anni, in dialogo con il pensiero filosofico e le opere più interessanti del panorama poetico attuale.


Mauro Ferrari


Nota bio-bibliografica


Angelo Andreotti (1960-2023) ha vissuto a Ferrara, dove ha diretto a lungo i Musei d’Arte Antica e Storico Scientifici, e successivamente le Biblioteche e gli Archivi del Comune.

Laureato in Filosofia, si è occupato di linguaggi artistici, come curatore di numerose mostre, saggista e poeta. È stato membro a vario titolo delle riviste “Museoinvita”, “Laboratori critici” e “Avamposto poesia”, nonché del gruppo promotore dell’Accademia del Silenzio e del Consiglio scientifico della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari.

Oltre ai numerosi saggi in riviste, cataloghi, collettanee, ha pubblicato: Il maestro dei mesi (Interbook 1987, prefazione di F. Patruno, introduzione di F. Cardini); La soglia dell’inaccessibile. Saggio attorno a Cézanne (Aspasia 1995, introduzione di C. Gentili); Il silenzio non è detto. Frammenti da una poetica (Mimesis 2014); Il nascosto dell’opera. Frammenti sull’eticità dell’arte (Italic Pequod 2018).

Per la poesia ha pubblicato: Porto Palos (Book 2006); La faretra di Zenone (Corbo 2008); Nel verso della vita (Este 2010); Parole come dita (Mobydick 2011); Dell’ombra la luce (L’arcolaio 2014, introduzione di M. Bianchi, postfazione di D. Demetrio); A tempo e luogo (Manni 2016); L’attenzione (puntoacapo 2019, prefazione di A. Prete); Tra parola e mondo (Manni 2021).

Ha inoltre pubblicato la raccolta di racconti Il guardante e il guardato (Book Salad 2015, introduzione di F. Ermini, postfazione di P. Garofalo).








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