

Costruire su macerie: Luca Pizzolitto
In un tempo in cui la parola rischia di perdersi nel rumore, la poesia torna a essere rifugio e resistenza. Le risposte di Luca Pizzolitto ai quesiti di Mauro Ferrari esplorano il delicato equilibrio tra memoria e visione, tra il peso del Canone e la necessità di una voce personale, interrogandosi sul senso profondo del fare poesia oggi.
6 ottTempo di lettura: 4 min


Massimo Triolo su "La fragilità del verso" di Francesca Iseppi
In una società che esalta la solidità, Francesca Iseppi ci invita a riscoprire la fragilità come linguaggio segreto dell’essere. La sua poesia sussurra, non impone: trasforma le crepe in varchi di luce, le esitazioni in gesti di verità. Attraverso versi intensi e immagini evocative, l’autrice ci guida in un viaggio dove la vulnerabilità non è debolezza, ma forza che respira e si rinnova. Nota di lettura di Massimo Triolo
5 ottTempo di lettura: 8 min


Massimo Triolo - inediti
Un viaggio lirico tra sogno e risveglio, amore e perdita, dove la luna sorride e il tempo si piega alla memoria. Voci, visioni e desideri si intrecciano in un racconto che è preghiera e bestemmia, carne e simbolo, Sicilia e coscienza. Massimo Triolo ci conduce in un mondo dove le parole sono stendardi e il caos è legge.
18 setTempo di lettura: 9 min


Mauro Ferrari su "Una spiga" di Sheila Moscatelli
Una lettura profonda a cura di Mauro Ferrari della raccolta “Una spiga” di Sheila Moscatelli, dove lo sguardo poetico si fa visione e resistenza. Tra spiritualità laica, bellezza feroce e memoria del corpo, la parola si radica nel reale per accogliere la vita che accade.
12 setTempo di lettura: 4 min


Poeta? No, grazie. - Il sasso della libertà
Un viaggio nella libertà dell’immaginazione poetica, tra Orfeo, Kazantzakis e Zambrano. Il poeta come sentinella del mondo, che osserva, intuisce e restituisce senso, sostando sul sasso della libertà. Un invito a tessere relazioni e bellezza, contro la disumanizzazione.
10 setTempo di lettura: 6 min


Poeta? No, grazie. - Sulla marginalità delle poesia
«Scrivere poesie non fa automaticamente di me un poeta, come cantare sotto la doccia non fa di me un cantante.» Nel suo intervento per l’evento “Poeta? No, grazie”, Giuseppe Carlo Airaghi riflette — con disincanto, ironia e lucidità critica — sulle tante forme della poesia contemporanea, tra ego lirici, tribù letterarie e karaoke poetici. Una voce fuori dal coro che rilancia il ruolo della poesia come gesto necessario, disturbante, radicale.
10 lugTempo di lettura: 11 min



