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Massimo Maggiore - Inediti

  • almanacco
  • 12 minuti fa
  • Tempo di lettura: 2 min


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E se fosse riempitadi visioni nelle viscere

di animali. Non vi si cadrebbe dentrola si scavalcherebbe.

 

Disseppellendo il mare,

troveranno le impronte di molte

ombre, proiettate dalla superficiee stampate sui fondali. Diranno essereil pigmento del manto terrestre,erano invece traversate di nuotatori

inseguimenti sui materassinidisinteresse per il tempo

sostituito dall’abitudine

quando ci si incontrava a mente, usando

come quadrante orariol’acquietarsi del vento al calar del sole.

 



*

 

Sul nulla

sei come giostra senza

nessuno sui cavalli

nessuno ad ascoltare

la finzione d'organetti.

 

Non fai finta di nulla, tu

riempi i vuoti e le fessure

non hai il nulla davanti

non lo produci. Non te ne lasci

divorare mentre si accresce

nel silenzio dell'automasticazione.

 

Non fai nulla per avvicinare o allontanare

il nulla. Rompi colorazioni rafferme

e spargi stilemi d'essere.



 

*

 

Un sonno breve

accoglie

il filo svagato di un inizio

cancella i vincoli arborescenti

di quel che è stato.

 

A un crocicchio fiori

sempre freschi, piegati

verso l’asfalto

lo accarezzano.

 



*

 

Recidevamo fiori dal gambo

corto e sottile, piccole macule

nel verde dei campi di marzo.

 

Fiori sconosciuti, incontro venivano

ai nostri meridiani tra i primi

germogli di grano.

Si tenevano tra due dita soltanto

non nell'incavo della mano

per lasciare loro qualche istante,

 

ancora.

 

Duravano il tempo di una domanda

non altro che la variazione

di un refolo d'aria, sottratti alla cattura

screzi ora sulle pietre,

come scoppio di polvere dal giradischi.

 



*

 

La morte si riceve in forma

d'acque calme. Quasi un acquitrino,

una pozza in cui bagnarsi le caviglie

sollevato dal tepore

che assume di sé tutta la lunghezza

d'onda. Si riceve nella felicità della

dimenticanza, quando non si ricorda più

il colore originario dei muri

spogliati della malta, lasciati nudi

blocchi calcarei, segnati dai tagli

dei denti diamantati. Durezza contro

durezza cambia la composizione

delle formazioni eterogenee

di inerzia senza vita. Solo l'impronta

di un filamento regolare ricorda

l'inquieta ricerca di cibo

di una lucertola marina, un drago

ridimensionato, rotto

sotto la pressione delle successioni

dei movimenti di faglia.

 



*

 

non curve occipitali, ma sagome

verso l'alto spingevano

le molecole che eravamo diventati

 

lasciavamo l'esserci stati

in lische di formazioni, in stagni

piovuti dal basso, formati

dall'intelligenza dell'aria

 

il molteplice coalesce

nella beatificazione del mastice,

nella estrema vicinanza

di tessere che tra le fughe si depone

in divaricazioni appaiate





Massimo Maggiore è nato nel 1971 nel Salento leccese, vive a Milano da molti anni.

È avvocato specializzato in diritto delle tecnologie digitali e della rete e in proprietà intellettuale. Insegna all’università Bocconi. Ha pubblicato saggi di materia giuridica in rivista e volume.

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