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Fabio Wasserman - Argentina

Traduzione e presentazione a cura di Antonio Nazzaro





Per entrare nel mondo poetico dello scrittore argentino Fabio Wasserman, poeta e musicista di tango, suona il bandoneon, bisogna conoscere la poesia del grande tango, quello delle orchestre del decennio tra gli anni Quaranta e Cinquanta. La poesia di quel tango era intrisa di nostalgia e come non poteva esserlo se la maggior parte dei suoi autori erano di origine italiana e ancora pregni del ricordo del paese natio. Nella poesia di Wasserman quella nostalgia si è trasformata in una forma di malinconia in un sentimento di non appartenenza non in senso nazionalista ma esistenzialista.

 

I suoi versi sono sospesi come la vita che raccontano appesa al vuoto. Nell’impossibilità di sottrarsi alla quotidianità la poetica ne racconta l’assurdità come nel verso: aspetta /un sogno che lo svegli. E, come se non bastasse, in un altro aggiunge: Voglio vedere la parete /senza porta /e dimenticare / che sono dall’altra parte. Non c’è possibilità di fuga. Ne viene cercata una via d’uscita persino quando “racconta” i legami famigliari: Entriamo/e mio fratello, /lo zio di mio figlio, /è nel letto /un tempo trattenuto. La vita vissuta diventa: il sussurro indolente del giorno.

 

Eppure le sue poesie hanno la capacità di mantenere l’attenzione del lettore che si trova come l’autore a cercare di dare un significato all’esistere e lo trova in un “raccontare” il non senso della vita come l’unico senso possibile: Ma il problema resta / ed è l’ombra / Cosa faremo con l’ombra? /

Il corpo si sa / tra poco / lo dimenticheremo.



dalla silloge: Qué haremos con la sombra, Ed. Corregidor, Argentina, 2022


 

È da tempo che non parla con nessuno

 

È da tempo che non parla con nessuno

aspetta

un sogno diverso

la notte dai cento piedi

in un istante

 

la lumaca

scalando tra i suoi occhi

le ali incollate alla pelle

 

l’albero

spazza il vento

soffia il fuoco,

ma il suo corpo

non si brucia

aspetta

un sogno che lo svegli.

 


 

Hace tiempo que no habla con nadie

 

Hace tiempo que no habla con nadie

espera

un sueño diferente

la noche de cien pies

en un instante

 

el caracol

trepando por sus ojos

las alas pegadas a la piel

 

el árbol

barre el viento

sopla el fuego,

pero su cuerpo

no se quema

espera

un sueño que lo despierte.

 



Ogni volta che lei mi chiama

 

Ogni volta che lei mi chiama

dubito:

non devo andare

devo.

 

Che nessuno sappia

mi nascondo.

 

Voglio vedere la parete

senza porta

e dimenticare

che sono dall’altra parte.

 


 

Cada vez que ella me llama

 

Cada vez que ella me llama

dudo:

no debo ir

debo.

 

Que nadie sepa

me escondo.

 

Quiero ver la pared

sin puerta

y olvidar

que estoy del otro lado.

 



 

Ho fatto una lista


Ho fatto una lista

di quello che mi manca.

L’ho iniziata al mattino

e l’ho finita nella notte.

 

Il tempo non è spazioso

Quello che avanza

non importa.

 

La lista inizia e finisce

come un giorno qualsiasi.

 

Nessuno è venuto a trovarmi.

 


 

Hice una lista

 

Hice una lista

con lo que me falta.

La empecé a la mañana

y la terminé a la noche.

 

El tiempo no es espacioso.

Lo que sobra

no importa.

 

La lista empieza y termina

como cualquier día.

 

Nadie vino a visitarme.

 



 

Il vento corre scalzo

 

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

Cesare Pavese

 

Il vento corre scalzo

la rotta ci porta.

 

Dietro siamo sciolti

cinque afferrati all’aria:

io, tu, noi, voi, tutti.

 

Lui sostiene il volante

guarda nello specchietto

e ci conta

uno ad uno

fino a cinque.

 

Nella parte posteriore ci stringiamo

ci dipingiamo le labbra e le unghie

ci prepariamo

come il Signore comanda.

 

Acciaio bianco l’ascia

accarezza la pelle.

Ci travestiamo da vecchi conoscenti,

ma non ricordiamo chi siamo

né ci unisce il sospetto.

 

Le auto

            le luci

                        la rotta

il pomeriggio non arriva.

 

L’orizzonte affonda,

oltre, dove non si vede,

S’accendono i lampioni di pietra.

 

La rotta torna

ci afferriamo con forza

così che il vento non ci trascini.

 

quello che sta davanti ci schiaccia

fa girare la terra

si tocca la pancia incinta

e ride.

Tutti ridiamo.

 

La strada finisce

e l’auto si ferma.

 

Ci prepariamo a scendere

ma non lo facciamo mai.

Fuori il cielo è vuoto

Dentro ci travestiamo da quello che siamo:

un tempo rotto.


 


 

El viento corre descalzo

Vendrá la muerte y tendrá tus ojos

 Cesare Pavese

 

El viento corre descalzo

la ruta nos lleva.

 

Atrás estamos sueltos

cinco agarrados del aire:

yo, tú, nosotros, vosotros, todos.

 

Él sostiene el volante

mira el espejo

y nos cuenta

uno por uno

hasta cinco.

 

     En la parte de atrás nos apretamos

nos pintamos los labios y las uñas

nos preparamos

como el Señor manda.

 

Acero blando el hacha

acaricia la piel.

Nos disfrazamos de viejos conocidos,

pero no recordamos quiénes somos

ni nos une la sospecha.

 

Los autos

las luces

la ruta

la tarde no llega.

 

El horizonte se hunde,

más allá, donde no se ve.

Se encienden los faroles de piedra.

 

La ruta vuelve

nos agarramos con fuerza

para que el viento no nos arrastre.

 

El que va adelante nos aplasta

hace girar la tierra

se toca la panza embarazada

y ríe.

Todos reímos.

 

El camino se acaba

y el auto se detiene.

 

Nos preparamos para bajar

pero nunca lo hacemos.

Afuera el cielo es vacío.

Adentro nos disfrazamos de lo que somos:

tiempo roto.

 



 

Sempre ho cercato qualcuno

 

Sempre ho cercato qualcuno

con chi non parlare

guardarmi nello specchio

intrattenermi

            lei

                  sempre

                            era 

                                 lì

 


 

Siempre busqué a alguien

 

Siempre busqué a alguien

con quien no hablar

mirarme en el espejo

entretenerme

            ella

                 siempre

                            estaba

                                     ahí.

 


 

 

Fabio Wasserman, scrittore, poeta e musicista argentino. Nel 2008 ha fondato e diretto la casa editrice Del Subsuelo Editores. Dal 2018 al 2022 ha presieduto la Società degli Scrittori di Buenos Aires. Nel 2022 ha presentato il libro Qué haremos con la sombra (Ed. Corregidor) en la Feria Internacional del Libro de Buenos Aires ed è stato invitato al FIL di Mar del Plata per presentare il suo lavoro letterario Narrar lo imposible. Nel 2023 è stato invitato all’apertura della Feria Internazionale del Libro del Perù- Huancayo. Ha fatto parte del Servicio Paz y Justicia (SERPAJ) organismo dei diritti umani del premio Nobel per la pace Adolfo P. Esquivel, durante la dittatura militare in Argentina. Diversi suoi racconti e poesie sono stati premiati e pubblicati in diversi media nazionali internazionali. In questi giorni lo scrittore argentino sarà in Italia per presentare il suo libro di racconti La sponda solitaria del fiume pubblicato dalla casa editrice Operaincerta, Ragusa, Italia, 2023.

 

 

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