Camilla Ziglia - Inediti

*
C’era sempre la morte/a tavola con noi/giocherellava
con le pastiglie/a lato bicchiere di mia mamma/le
infilava sotto il piatto/le spingeva nel tovagliolo/poi in
terra/«che mi venga un colpo/se non le avevo messe
qua»/diceva una, l’altra/se la rideva a crepapelle.
(ANNA TOSCANO, Al buffet con la morte, La vita felice, 2018).
Non ha diritto la morte
di deridermi mentre ti preparo
le pastiglie della sera.
Si tolga quell'aria dalla faccia:
è troppo attaccata ai corpi
alle cose ma’, e non sa
come facciamo noi
a volerci bene, come faremo
cosa siamo noi non sa
-tutta qui-
dell’oltre non può sapere.
Perché oltre è altra vita, no?
*
La neonata bianca che eri
orlata in chiacchierino
quando ti ho vista io
era già morta.
E ora che sei morta
io la sento piangere ogni notte
sulla tomba di tua madre.
VIETATO AI NON AUTORIZZATI
La guardia giurata preme l’ora
mette i morti al sicuro
sigilla carne in scadenza
l’eredità più breve per i figli
Tornate domani
i denti stretti quel poco
a quel poco, come alla vita.
*
Hai cambiato forma, sì,
e sostanza in quel forno? Ci sei entrata
e non ti ho più vista.
Lo specchio dei trucchi però
ha l’odore, i gesti
la storia intera della carne.
Davvero hai cambiato colore?
Perché io li vedo tutti in luce
e nell’urna solo il nero,
che in te era così poco!
*
Anche gli occhi hanno le loro ragioni:
mi sono specchiata di prima mattina
e ti ho vista serena.
Era il mio desiderio a fuoco sulla retina
o la tua smania schizzata dal fondo,
sbattuta di faccia sul limite del vetro?
AUTOEROTISMO IN LUTTO
Se stanotte piango e prego
con due dita bagnate, ho cercato
senza sbocchi la distrazione
nell’acqua centrale, lo strappo
di pancia dalla morte.
Ogni profondo mi riporta
sottoterra, non al buio tiepido
del seme. Morte di mia madre
che mi tieni
prego con le dita bagnate
cambio il fianco alle piaghe
nel bicchiere cerco acqua
nuova, un battesimo piccolo
per farti ritorno.
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