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Mauro Ferrari, Le albe di Lucetta Frisa

Lucetta Frisa, Ho tante albe da nascere. Poesie 2018-2020, Prefazione di Luigi Cannillo, pp. 64, € 12,00


Ho tante albe da nascere, la nuova raccolta di Lucetta Frisa prefata con grande intelligenza e partecipazione da Luigi Cannillo, segue a due anni di distanza Cronache di estinzioni, sempre per puntoacapo, e la corposa antologia Nell’intimo del mondo (2015). Il titolo poggia fortemente sul titolo, che sintetizza almeno uno dei due corni dell’archetipo centrale – l’altro, frequente in Lucetta, è il mare, l’elemento liquido come il suo verso, lo spazio orizzontale ma senza confini. E i due archetipi mi sembrano in dialogo continuo e, a libro chiuso, si fondono e trovano nuova unità poetica.


Come sempre, ciò che connota un poeta è la sua voce, il modo in cui traspone sulla pagina ciò che del mondo e della vita ha scelto di vedere; e il verso libro di Lucetta, a cui lei dà splendidamente voce alla lettura, è immediatamente riconoscibile, è la sua voce, la sua idea di poesia: fluida, fluente e a volte torrenziale, sempre rapsodica, cioè come anticipato liquida e mobile fra le idee che si succedono sulla pagina. Ogni sezione di questo libro, a un livello strutturale superiore, è poi una variazione dell’arcitema cui additano i due archetipi, ma da un lato sui testi si esercitano le forze centripete dei temi e dello stile, dall’altro è chiara la forza centrifuga del pensiero di Lucetta, appunto mobile e rapsodico: i vari testi si incasellano quindi come variazioni musicali sui temi principali.

Questi sono l’alba, il risveglio dal sonno e dal sogno, l’immersione nella luce e nella vita. Ogni alba è una rinascita, ci dice Lucetta: ed è un ciclo che è la vita stessa nei suoi due momenti: quello diurno, apparentemente razionale, ordinato, e dominato dalla necessità ma in realtà governato dal caos e dal caso, e quello surreale della notte, la cui logica è, diciamo così, poetica. E sappiamo anche che possiamo decidere di addormentarci, ma nulla possiamo sul momento del risveglio: la fine del momento inconscio è anch’essa governata dal caso. Sappiamo solo che ci risveglieremo e ricominceremo, ciclicamente, quella che definiamo vita: sono in pochi, non so quanto felici (e lo dico da estraneo a ogni misticismo), che sanno quanto questa visione dicotomica sia riduttiva: perché la vita, la coscienza diciamo, è anche sogno, ci dice Calderon de la Barca. E Lucetta precisa, facendo una leggera distinzione: ”Il Sonno / è la prima cellula di tutte le cose” (p. 56). Il sonno, in maiuscolo, non il sogno: Lucetta pensa anche proprio al momento semplicemente feriale, di vacanza e sospensione, forse fuga, dalla luce. Senza il quale segue la pazzia e la morte, sottolineo.

Ma c’è un altro elemento tematico: l’alba è l’inizio della ripetizione, anzi della coazione a ripetere, in un ciclo che ci vede prigionieri. Ma è anche la possibilità di liberazione. (p. 20, p. 24).


È la seconda sezione che sviluppa questa possibilità, nel segno del mare come infinito e come apertura. Lucetta pone come cerniera il momento della scrittura, del confronto con un Tu sodale e del combattimento contro il buio (“quanta oscurità si nasconde in questa stanza?”, p. 62), perché questo è anche un libro di interrogativi (ne ho contati 29, molti dei quali pesantissimi!). Che sono la sostanza della poesia quando affronta la vita.


Lucetta Frisa, poeta e traduttrice, nasce e vive a Genova. Opere poetiche: Modellandosi voce; La follia dei morti; Notte alta; L’altra; Se fossimo immortali; Ritorno alla spiaggia; L’emozione dell’aria; Sonetti dolenti e balordi. Narrativa: Fiore 2103; Sulle tracce dei cardellini; La torre della luna nera.

Ha tradotto Sulla via dei segni di Henri Michaux, Poeta al suo tavolo di Alain Borne, Artaud e Paule e L’ombra del doppio di Bernard Noël. Con Marco Ercolani ha curato i “Libri dell’Arca” e pubblicato, in coppia: L’atelier e altri racconti; Nodi del cuore; Anime strane; Sento le voci; Il muro dove volano gli uccelli, Diario doppio, Furto d’anima.

Nel 2016 raccoglie, per puntoacapo, un’antologia della sua opera poetica: Nell’intimo del mondo. Poesie 1970-2015 (finalista Premio Camaiore 2017). Per lo stesso editore, nel 2020, esce Cronache di estinzioni. Nel 2021 pubblica due libri di traduzioni: Attraverso la valle dell’ombra profonda. Quaderno di poesia inglese del XIX secolo e Un’orgogliosa malinconia, una scelta dalle poesie di Verlaine.




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