Di nebbie e luce. Sulla poesia - 1
Riflessioni di Massimiliano Bardotti

I Pioppi, effetto bianco e giallo, Claude Monet, 1891 |
1.
Probabilmente sto invecchiando male e questa cosa finirà ancora peggio, diventerò un piagnone insopportabile, ma da un po' di tempo, forse mesi o addirittura qualche anno, mi commuovo sempre più di frequente, sempre più facilmente. Mi bastano piccoli moti di tenerezza, un accenno di premura, qualcuno che anche solo prova a prendersi cura di un'altra creatura. Anche mentre guardo un film, al piccolo movimento umano, di benevolenza, mi commuovo.
Forse perché in realtà sono momenti sempre più rari e allora quando li scorgo mi viene da piangere, forse mi sto abituando a un clima di guerra e violenza, e non parlo solo di quanto sta accadendo a livello mondiale. Quello che forse accade sempre più di rado è cercare di comprendere le ragioni degli altri, o semplicemente accettare la loro voce e la loro visione. Non crediamo mai che nell'altro, in chi è inevitabilmente diverso da noi, possa abitare una qualche verità o bellezza, possa esserci del buono. Specialmente verso chi è dichiaratamente distante dalle nostre convinzioni nutriamo una naturale diffidenza, che facilmente sfocia nell'intolleranza.
Ci sono parole che ci fanno scattare immediatamente, parole che appena le sentiamo chiudiamo le orecchie e anche il cuore. Stiamo finendo per assomigliare sempre più agli aggeggi che usiamo, anche noi rispondiamo a una specie di algoritmi, come quelli che regolano le nostre scelte sui vari social e non solo. Difficilmente ci permettiamo di essere liberi, anche se rivendichiamo libertà continuamente e soprattutto la professiamo. La libertà che non ci concediamo mai è di uscire dal sistema operativo che ci definisce, ci delinea. Invece sarebbe davvero bello poterci concedere di ascoltare qualcuno che per storia personale, appartenenza sociale politica e religiosa, o semplicemente sportiva, è esattamente il nostro opposto.
Voglio raccontarvi una storia. Lunga, quindi se volete leggete altrimenti interrompete pure qui la lettura. Anni fa mi contattò un giornalista che voleva farmi un'intervista. e si disse anche interessato a seguire il mio lavoro. Però ci tenne a precisare una cosa, forse conoscendo la mia provenienza, la mia storia, mi disse: io però devo dirti una cosa, sono convintamente fascista e se questo per te è un problema meglio interrompere subito la questione. Di tutta risposta io gli dissi: io sono convintamente antifascista, la mia famiglia lo è da sempre quindi se questo per te è un problema meglio interrompere subito! Mi disse che per lui non era per niente un problema, allora, gli dissi io, facciamo questa intervista e se poi non abbiamo niente da condividere ci fermiamo. Ci accordammo. L'intervista andò bene, diventammo amici. Ci sentivamo spesso e lui mi confidava le tante difficoltà che stava affrontando. Si stava anche prendendo cura della madre malata. Poi lasciò il lavoro perché la madre si aggravò e le telefonate divennero sempre più rare, fino a che non l'ho più sentito. Per tanti anni. Mi ha richiamato qualche mese fa chiedendomi il permesso di dare il mio numero a un giovane ragazzo che scrive poesie. "Non sa proprio a chi far leggere i suoi versi, non conosce nessuno, è un bravissimo ragazzo"... col tempo scopro che si sono conosciuti in chiesa, nel momento più terribile per entrambi, il giornalista dopo che era morta la madre, il ragazzo dopo un periodo in ospedale e nel tentativo di uscire da alcune dipendenze che lo avevano profondamente segnato. Si sono fatti forza l'un l'altro, si sono aiutati, si vogliono bene, e la loro amicizia è qualcosa di sacro. Ora anche io e il ragazzo siamo amici, e sto provando a fare qualcosa per lui, nel limite delle mie capacità. E il giornalista aveva ragione, è un ragazzo d'oro, con diversi problemi e altrettante speranze.
Ecco. Anche questo mi commuove: vedere il disegno, intuire una mano sapiente, antica, una mano provvidenziale che muove le cose, crea le occasioni, crea le possibilità. Ma non le forza. Ci lascia la completa libertà di movimento, di azione o non azione. E vedere la lungimiranza di tale mano. La sua cura amorevole.
E poi mi commuove chi è innamorato della bellezza, della poesia, del bene. Chi è innamorata del mistero, dell'infinito, insomma di Dio, della Spiritualità, del mondo invisibile, dai ci siamo capiti! Fino alle lacrime mi commuove, profondamente mi devasta. Mi innamoro subito anche io, chi è davvero innamorata, innamorato di Dio è mia sorella, mio fratello. E non importa davvero nulla la religione o che ci sia una religione d'appartenenza, chi ama l'Amore mi innamora. E non c'è bisogno di parlarsi per conoscersi meglio, di approfondire certe cose, se ci si incontra ci si riconosce. E basta. Ho incontrato un frate a dicembre dello scorso anno, un gigante di bontà e meraviglia, di una generosità, di una gentilezza e sensibilità commoventi. L'ho incontrato a dicembre e poi rivisto qualche settimana fa. Siamo stati insieme in tutto appena qualche ora. Questa persona è in assoluto una presenza costante nel mio cuore, qualcuno di estremamente importante, fondamentale.
Scrivo tutte queste cose credo perché mi sento un po' smarrito, soprattutto negli ultimi tempi. Faccio tutto con grande fatica, sono stanco, e vecchi sintomi tornano a trovarmi. Voglio fissare piccole cose, scriverle e condividerle. In mezzo a un po' di paure, in mezzo a questi anni per tanti versi feroci, in mezzo a una costante polemica tenuta sempre accesa su fatti e avvenimenti all'apparenza diversi ma che mi pare mettano in gioco sempre le stesse dinamiche, voglio vedere il seme del mondo nuovo. Piccolissimo e del tutto innocente. Un seme che come sempre dovrà morire per poter crescere e germogliare. E crescerà e germoglierà tanto quanto lo innaffieremo, con i nostri gesti amorevoli, con la cura che dedicheremo ad accogliere nel nostro cuore chiunque ne abbia bisogno.
L'empatia con cui condividiamo il dolore per il nostro mondo in declino ci coinvolge e ci disorienta. anche un vecchio film o un'opera d'arte possono destare in noi sensazioni e sentimenti inattesi. E non si tratta di età o debolezza. Certo il tempo della nostra vita si andrà spegnendo. Poche parole forse ci sopravvivranno. Saranno sufficienti per sconfiggere l'oblio?