Anthony John Robbins - piccola selezione
- almanacco
- 14 apr
- Tempo di lettura: 3 min

Anthony John Robbins (Eastbourne 1946-Roma 2019) ha studiato al Christ’s Hospital e ha conseguito la laurea in anglistica presso l’Università di Oxford. Dopo un periodo di insegnamento presso l’Australian National University in Canberra, ha vissuto tra Italia e Inghilterra. È stato saggista, poeta e traduttore di testi sia tecnici che letterari dall’italiano, tedesco e francese. Numerose le elaborazioni su molti aspetti dell’opera di Samuel Beckett. Ha pubblicato saggi su poetry e complexity, plaquette d’arte, il volume antologico The Anthogony e collaborato con diverse riviste. Ha tradotto in italiano Bernard O’Donoghue e numerosi poeti italiani in inglese. Torna in Italia nel 1998 vivendo in provincia di Lecco e dal 2013 a Roma, città da lui molto amata.
Segue una piccola, piccolissima selezione di testi da "Il più vuoto possibile" a cura e con traduzioni di Mariella De Santis per Edizioni Progetto Cultura, nella collana Le Gemme diretta da Cinzia Marulli.
Nostalgia
Il passato non è mai esattamente quella cosa
che dice: è finita.
Ti insegue negli anni,
ti tende un’imboscata di tanto in tanto
con una faccia, una frase, un frammento di melodia
e pure angosce talvolta:
cosa avrebbe potuto essere, cosa hai
mancato, perso, pasticciato o rovinato.
E il Nostos?
Non tanto un paese quanto uno stato mentale,
una rete di ricordi rabberciati
persone inverosimilmente immutabili in luoghi vecchio stile,
dati sensoriali mal conservati, pregiudizi, atteggiamenti –
sensazioni ricostruite nella senilità.
Il dolore è tutto nostro, non nato dal tempo o dal luogo –
Un pianeta gemente nel nostro spazio cerebrale.
Nostalgia
The Past is never quite what
it says it is: over.
It stalks you down the years,
it ambushes you from time to time
with a face, a phrase, a scrap of a tune
anguishes also once in a while:
what might have been, what you
missed, lost, botched, or ruined,
little lies, little cruelties, the dark
other side of the shining moon of love.
And the Nostos?
Not so much a country as a mind-set, a web of half-fabricated memories
improbably changeless people in old-style locations,
poorly stored sense data, prejudices, attitudes –
sensations reconstructed in near senility.
The pain is all ours, now, not born of time or place –
A groaning planet revolves in our mental space.
Maggio milanese
Oggi sopra la città
cielo di acqua e movimento.
Il futuro è nel movimento
da una parte all’altra: nubi, scrosci, folla, traffico,
foglie gocciolanti
e fiori scossi dai refoli di vento.
Sia quella landa sotto un vasto cielo,
un sole assoluto
il solipsismo –
e quel cumulo di pietre, la memoria in schegge.
Qui e ora invece
sotto il cielo in movimento
l’amore si riserva –
drappo fiorito riposto in un cassetto.
(Scritta in italiano dall’autore, in un giorno alternante sole e nuvolo con spruzzi di pioggia - maggio 2010)
L’uomo che sa tutto, ma non ricorda niente
È l’uomo che sa tutto,
ma non ricorda niente,
che legge giovedì
e capisce sabato,
che smarrisce
i piccoli oggetti
e subisce
la tirannia delle cose inanimate,
che frena con
un attimo di ritardo,
che infallantemente
inciampa nello sconnesso...
Quell’uomo ricorda però
chi sei tu
e perché;
il cuore gli funziona
come una sveglia
e la molla sei tu
il campanellino
che annuncia
il ritorno del sole
del canto degli uccelli
del giorno
reso brillante dal tuo bel sorriso
(Scritta in italiano dall’autore)
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