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Simone Consorti, Inediti

Dal punto di vista di Gagarin



Non c’è nulla nel mondo di piatto

e la Terra vista da quassù

in fondo è solamente un quadro astratto

senza uomini o donne che spuntino

fuori dalle loro ombre di soppiatto

Solo pennellate di mare

e verde di selve

solo la Grande Muraglia

enorme e ben piantata nel terreno

come un fuscello di paglia

All’oblò io stesso

mi perdo in un riflesso

confondendo la mia testa con la Terra

e mi sembra già di non vedermi

quasi fossi incapsulato nello spazio

o mi avessero mangiato i vermi




Plagio di una pagina di Singer



1

Questa mosca dall’addome verde e oro

si è dimenticata che d’inverno

le mosche muoiono

Sta annusando o forse assaggiando

una briciola del mio biscotto

una montagna di cibo per lei

forse la materializzazione

di tutti i suoi desideri



2

Milioni di altre mosche

sono morte e si sono riprodotte

Milioni di mosche

milioni di volte

perché lei potesse annusare

questo dolce grumo di polvere



3


Da qui dalla finestra guardo il vetro

dove è stampato il mio viso

in movimento

Milioni di altri uomini

sono morti e si sono riprodotti

perché potessi scrivere i miei versi

le mie bestemmie e i miei motti

Milioni

perché potessi amare

una ragazza ancora più impalpabile

di tutti i vetri e le pagine



4


Mi copro col mantello

perché fa freddo all’inferno

d’inverno

Le getto un ultimo pezzo

che ad occhio e croce dovrebbe sfamare

in eterno l’universo



Un'altra alba



Lì vicino a Dio

e accanto al posacenere

ti ho lasciato una cosa da leggere

L’ho scritta in una lingua

che non conosco

sotto dettatura di una voce

che masticavo a stento

infedele come uno specchio

Leggila a tuo modo

annusando le parole

balbettando ad alta voce

o reso muto dallo stupore

aspettando un’altra alba

incensurata

senza più morte né speranza

Medita e dimentica

Quando poi l’avrai terminata

prima di rimpiangerla

poggiala di nuovo accanto a Dio

ma un poco più vicino



Simone Consorti è nato nel 1973 a Roma, dove insegna in un liceo. Ha esordito con “L’uomo che scrive sull’acqua ‘aiuto’”(Baldini e Castoldi 1999, Premio Euroclub 2000, Premio Linus). Ha pubblicato i romanzi Sterile come il tuo amore (Besa, 2008), In fuga dalla scuola e verso il mondo (Hacca, 2009), A tempo di sesso (Besa, 2012), Da questa parte della morte (Besa, 2015), Otello ti presento Ofelia (L’erudita, 2018), La pioggia a Cracovia (Ensemble, 2019). Tra le sue numerose raccolte poetiche, si segnalano Nell’altro del misantropo (L’arcolaio, 2014) e Le ore del terrore (L’arcolaio, 2018). La sua piéce “Berlino kaputt mundi” è andata, con successo, in scena al Teatro Agorà di Roma tra il marzo e l’aprile del 2018. Si occupa di street photography; ha tenuto mostre personali in Italia e partecipato a collettive in Russia.



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