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Edoardo Callegari - Inediti




Khôra

 

“Lui apre la porta di casa

Sulle fiamme.  Lo studioso al lume di candela vede

Un’effulvescenza artica che avvampa contro la struttura

Di tutto ciò che è.”

(Wallace Stevens, The Auroras of Autumn, VI)

 

 

Fotoni di terra che ondeggiano

per bilanciare il debutto del mondo

]

]

per tardi tumi di vita il sole

deve scambiare una danza di entropia

con la terra dopo milioni di anni

per uscire dal proprio cuore un solo

fotone caldo di sole è scambiato

con la terra mentre ella restituisce 

dieci fotoni freddi per ognuno

caldo di sole che riceve

più entropia ha la fertilità

dell’oceano il respiro agitato

delle foreste le eruzioni di ghiaccio

delle catene montuose le dorsali

di lava della terra perché 

maggiore è il numero di fotoni 

scambiati e le configurazioni 

fotoni di terra che ondeggiano

per bilanciare il debutto del mondo

ultra non segue più la nostra luce 

for de la superficie de quel primo

e l’ovocita che riceve vita 

spermatica all’ombra del corpo aumenta

i livelli di calcio e partorisce 

zinco [

è il momento in cui lo stesso zinco 

si lega a molecole che emettono 

la forza di vita in un bagliore

di luce simile a una radianza 

dove una vita è tutta la vita 

luce da luce delle stelle

tra le stelle e nascono i puri

di cuore e nasce un respirare largo

di consolazione che è un Dio

che si pente a un desiderio di vento

a mediare dispersione e vanità

come passaggio da vanità al vento

purezza di chi è disposto

alla trasparenza di essere diviso

come nella creazione.

 

 

 

 

 

 

VIGNETI DI ENGEDI

 

E ti sembra di rivederlo

dai tuoi primi ricordi, mentre

ti accorgi che la delicatezza

di toccare veramente, in modo

perfetto la fragilità,

sottovoce possa chiamare

se stessa onnipotenza, come

un ripetere ora le parole

“Chi accoglie uno solo di questi

bambini nel mio nome, accoglie me;

e chi accoglie me, non accoglie me,

ma colui che mi ha mandato”.

E da questo pensiero nasce

una misericordia come dal chiudersi

di tutti gli anni passati

e la commozione del loro presente.

Due anime virgiliane da primo

ricordo, nella sonorità

di un vigneto e poi di tutto il resto,

nuovamente, in un contagio di angeli,

senza saperlo. Le nuvole hanno

province d’erba; e come un corollario

della sapienza, il lento scorrere

nell’aria unica compone

una fermentazione di Logos-Lènos,

“il tino” di fertilità e raccolto

che asseta, sobria, la prima vita

assetata all’aria claritas di un aperto

più aperto, con la sonorità vasta

di una Cana insieme. Ascolta

quanto esita qui il tempo mentre

una lignificazione d’azoto

rammenda la terra che muove

ad accoglierne il foliage, mentre si perde

in aria una fase di luna,

inavvertita prima della figura

della luna, e l’albero resurrexi

di una sistina di quiete rivive

il mondo a foglie nuove.

Nessuno chiede cosa

è la pazienza della propria grazia,

la resurrezione dell’essere amato,

l’amore che ritrova.

Chiedi se una dispersione possa

radunare un’altra dispersione.

Grappoli, uva, acini, vitigni,

e la loro resa sub specie aeternitatis

come la non diacronia in filari

di mani che benedicono,

accompagnano, scoscendono,

fanno corpo con ciò

che vuoi consacrare tu dissacrato,

nella possibilità di uno stesso

gesto, come la progressione

del tempo non dalla prospettiva

del moto dal baratro delle rondini,

ma come da dietro l’occhio, e il corpo

a corpo dell’occhio di là dai riverberi

di stato di tempo e luogo.

Come un nulla di nuovo sotto il sole,

prima che la nostra parola

avvalorata sia avvolta in luce

con la pergamena del cielo,

la sua ombra ci precederà

a sanare la speranza.

Vigne del Libro dei Giudici,

del Libro dei Re, del Cantico,

raccogliete la carnagione

del suo cuore sull’agro dei denti.

Su di un vento di tralci,

nuove anfore vengono.

 

 

 

 

Edoardo Callegari nasce a Piacenza il 6 gennaio 1977. Ha conseguito la laurea in Economia Monetaria Internazionale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Ha seguito corsi estivi di teatro presso l’Università Jagellonica di Cracovia e ha seguito lezioni annuali della cattedra di “Letteratura dell’Europa Neolatina” tenuti presso il Collège de France nel periodo 2011-2020 da Carlo Ossola. Per due anni , ha seguito i corsi di post dottorato di Francisco Jarauta in Storia dell’Arte, tenuti in maggio presso l’Università della Svizzera Italiana di Lugano. Ha conseguito un Master in Leadership e Management presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Professionalmente, ha collaborato come consigliere economico alla realizzazione delle opere del Maestro Orafo Giulio Manfredi “I Diamanti sono Stelle” e la riedizione della collezione “L’Oro Invisibile” esposte, tra le varie sedi museali, presso il Cenacolo Vinciano in Santa Maria delle Grazie. Ha inoltre collaborato alla celebrazione dell’anniversario di Raffaello Sanzio che la Biblioteca Ambrosiana ha commissionato al Maestro Manfredi. Edoardo Callegari è Direttore del Comitato scientifico del Piccolo Museo della Poesia di Piacenza e drammaturgo del teatro di Luchino Visconti.

In poesia ha pubblicato: Il Veggente caduto (Club degli Editori 2000) e Liturgie di un Magnifico (puntoacapo 2022; selezionato nella rosa dei 21 finalisti della XXXV edizione del Premio Camaiore e al Premio Montano).

È presente con suoi testi nel Catalogo della Mostra personale “Ab umbra lumen – Galliani incontra Bibbiena”, puntoacapo editrice, 2022; nel Catalogo della Mostra personale “Vola alta, parola”, di Marco Nereo Rotelli, puntoacapo editrice, 2023; nel Catalogo della Mostra personale “L’Abbraccio”, di Cesare Catania, 2023. Ha scritto diversi testi per il teatro.

 

 

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