Di Parole e Idee: Barbara Rabita e Antonio Laneve
- almanacco
- 28 apr
- Tempo di lettura: 4 min

Ciao, alle origini di un libro come EsauDimento c’è non solo la vostra collaborazione artistica, ma soprattutto il sodalizio umano. Potete raccontare qualcosa al riguardo?
Antonio e io ci siamo conosciuti a una pizzata di benvenuto per un’amica che arrivava dal Texas. I riferimenti numerici sono interessanti: i nostri nomi e cognomi hanno rispettivamente 7 e 6 lettere, ci siamo conosciuti la sera del 6/7/2007 per poi proseguire la serata il 7/7/2007. Il 13 (7+6) è il nostro numero fortunato.
Ci siamo studiati per un po’, cercando di capire quali interessi potessimo avere in comune. Per più di un anno ci siamo frequentati come amici, neanche troppo convinti di metterci insieme. Abbiamo subito scoperto la musica come terreno comune: sia io sia lui senza musica non abbiamo mai potuto vivere e abbiamo scoperto inoltre, che la musica ci ha salvati da una vita trascorsa in solitudine, con ambienti chiusi, contesti provinciali, amicizie e amori difficili o inesistenti. Molti sono stati i pregiudizi e i contesti educativi che ci hanno posto freni e inibizioni, imposti non tanto con la coercizione, quanto lavorando sui sensi di colpa e sulle convenzioni sociali: contesti in cui non ci siamo mai riconosciuti.
La canzone che ci ha uniti in partenza è stata “In a lifetime” dei Clannad (ft. Bono Vox). Abbiamo mescolato i nostri gusti musicali (io propendo per gli anni ‘70/90, Antonio per gli ‘80 e anche lui ‘90).
Un altro interesse che ci ha uniti è stato quello per i viaggi: abbiamo viaggiato molto, soprattutto prima di sposarci. Il viaggio più lungo e intenso è stato in Australia, come luna di miele. Viaggiare per noi è anche uno stato d’animo: si viaggia con i libri, con la scrittura e , appunto, con la musica.
Antonio ha riscoperto la scrittura (lui aveva già pubblicato negli anni ‘90) grazie a me che l’ho incoraggiato a riprendere. Io, verso i primi anni ‘90, ero orientata a scrivere brevi racconti e non avevo mai preso in considerazione la poesia. Frequentavo corsi di scrittura presso la Casa Zoiosa a Milano.
Ho scoperto la poesia tardi, a 46 anni, grazie ad Antonio. Ed eccoci qui, dopo oltre 10 anni di militanza poetica in cui abbiamo letto, studiato, approfondito, scritto e abbiamo partecipato a molti eventi.
Scrivere insieme e singolarmente ci ha portati a scoprire di più noi stessi e ad allontanarci da chi ci impediva di essere liberi. È un percorso di libertà che va ancora avanti e tenderà a non arrestarsi. La poesia ci ha restituito quella rabbia che provavamo in gioventù e che, per molti anni prima di conoscerci, aveva lasciato spazio alla rassegnazione e allo sconforto.
All’interno della vostra produzione individuale credo che assuma un ruolo molto interessante questo recentissimo EsauDimento, appena pubblicato da puntoacapo, raccolta a quattro mani di grande originalità. Volete raccontarci come è nato il progetto, e quali sono state le fonti di ispirazione per questa raccolta?
Da tempo volevamo scrivere e pubblicare qualcosa insieme. Prima di EsauDimento avevamo pubblicato nel 2017 Convergenze (CTL Libeccio Edizioni) in cui solo l’ultima sezione conteneva poesie scritte a quattro mani. Da quella raccolta è nato, grazie all’idea del compositore Umberto Bombardelli, un melologo dal titolo preso da una nostra poesia: “sogni accelerati”.
EsauDimento è nato da un laboratorio teatrale che abbiamo seguito con Milton Fernández: Milton ha riproposto la lettura della poesia Il Lonfo di Fosco Maraini estrapolata dalla raccolta Gnosi delle Fanfole. Siamo venuti così in contatto con il concetto di “metapoesia” e ci è piaciuto molto.
Ha cominciato a insinuarsi in noi l’idea di un’opera a quattro mani fatta solo di fanfole. Abbiamo provato a realizzare la raccolta, ma a un’ulteriore lettura, abbiamo visto che alcune poesie contenevano parole un po’ forzate. Abbiamo quindi deciso di essere più noi stessi e abbandonarci al flusso di pensieri e di idee che scaturivano dalle nostre chiacchierate serali. Così è nato EsauDimento, con un certo numero di poesie, alcune ironiche altre giocose, altre più serie. L’unica fanfola è in fondo all’opera (Bavardami).
La poesia (che comunque non è definibile) esige serietà nell’approccio, ma tranne rare eccezioni (ed ecco la peculiarità della vostra raccolta) si connota storicamente per un certa dose di seriosità (non trovo altra parola), il che sembra rendere difficile parlare anche di cose serie, magari in trasparenza, utilizzando il wit, l’arguzia, il gioco verbale come fate voi. Quali sono le vostre riflessioni al riguardo?
Il nostro dialogo è spesso connotato dal giocare con le parole, trovando significati differenti a volte cambiando una sola vocale o consonante di una parola in una frase. Non a caso diversi titoli dei testi di EsauDimento sono appunto dei giochi di parole. Questo ci ha permesso di trattare con ironia anche argomenti seri o introspettivi, senza per questo sfociare in una farsa fine a sé stessa, un bieco tentativo di calcare la mano con un sarcasmo eccessivo trascurando la lavorazione del testo nel suo insieme. Vero, volevamo che la cifra portante dell’opera fosse una certa leggerezza ma al tempo stesso non rinunciare a dare voce a momenti profondi che durante la stesura dei testi ci hanno influenzato non poco.
Note bio-bibliografiche
Antonio Laneve (Cantù, CO, 1965) risiede a Cermenate (CO) ma è ormai milanese di adozione. È operaio in un’industria alimentare.
In poesia, ha pubblicato, con Barbara Rabita: Convergenze (Centro Tipografico Livornese); Calembourgh (Edizioni Libeccio CTL); Lezione Frontale (La Vita Felice). È presente in diverse riviste e antologie e sue poesie sono comparse diverse volte sui quotidiani “La Repubblica” (inserto di Milano), ne “La Bottega di Poesia” e “La Provincia di Como”.
Barbara Rabita (Milano, 1967) risiede a Milano. Laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne, insegnante in una scuola secondaria di primo grado.
In poesia ha pubblicato, con Antonio Laneve, Convergenze (Edizioni CTL) e Poliedri (ivi). È presente in una plaquette di Autori vari a cura di Fabrizio Bernini e Marco Pelliccioli, Edizioni Stampa 2009 (2022), ed è inclusa in diverse riviste e antologie. Sue poesie sono comparse diverse volte sui quotidiani “La Repubblica” (inserto di Milano), ne “La Bottega di Poesia” e “La Provincia di Como”.
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