#cosaleggeleditrice - Un sabato senza dolore di Alberto Nessi
Il libro di oggi fa parte dei libri che mi consigliano amici fidati che sanno quanto mi serva spaziare (Riccardo Olivieri )
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Si tratta dell’ultima raccolta singola uscita in Italia di Alberto Nessi, datata 2016.
Dopo nel 2020 sempre per Interlinea Edizioni è uscita una antologia.
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Sono arrivata a questo libro dopo aver affrontato “Ladro di minuzie - Poesie scelte” uscito per Edizioni Casagrande che racchiude i testi selezionati di un quarantennio.
È stato il mio “battesimo dell’autore”.
Approdare a “Un sabato senza dolore” (trovate nella seconda foto la poesia che dona il titolo alla raccolta) è stato come salire in auto e viaggiare. O ancora meglio “partire la mattina presto” in treno e osservare.
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Non a caso il treno, non-luogo per eccellenza, spazio delimitato in cui dentro e fuori si mischiano continuamente. Il paesaggio che corre fuori, le persone che si siedono dentro, ciascuno, il dentro e il fuori, con le sue storie reali o presunte, ricostruite o ascoltate.
Il treno è sempre un elemento di discontinuità nella vita; un momento di pausa per chi vive o lavora in un altro luogo, uno spostamento da una meta a un’altra, stando però fermi, ordinati al proprio posto.
Il treno è stato anche l’ispiratore della teoria della Relatività.
E questo Nessi nel suo narrare i visitatori lo ricorda bene, con il suo sguardo agli ultimi e agli emarginati. A dire quasi, attenzione, occorre che si scelga con quale lente guardare lo scorrere delle cose. Perché inesorabilmente tutto muta e passa, prima dopo e anche durante il nostro essere.
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Un libro da leggere, lasciar sedimentare e poi riprendere. Pieno di pieghe e distensioni, capace di far riscoprire l’accettazione della realtà e la volontà comunque di ricordare quel bambino che voleva nuotare nella piscina (cit corretta terza foto).
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Foto scattata in un altro non-luogo: l'abitacolo della mia auto che ormai è divenuto parte integrante del mio essere.
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