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#cosaleggeleditrice - Crocevia dei cammini di Luca Pizzolitto


Luca Pizzolitto fa parte di quegli autori che ho conosciuto prima sulla carta e poi come uomo, ed è una di quelle persone che non deludono, anzi che nella loro scrittura ritrovi in toto.

In “Crocevia dei cammino” (peQuod) Pizzolitto si svela nella sua umanità, nel suo essere nel mondo (per il mondo) e nella sua ricerca costante della verticalità (trascendenza, o in qualsiasi modo chiamate la ricerca del cosmo). C’è all’interno il suo lavoro, la vicinanza e le riflessioni che scaturiscono dall’esporsi a situazioni limite di sofferenza, fisica e mentale; ma anche la ricerca di momenti di estasi e pace che magari passano semplicemente dal rumore delle auto per strada.


Due parole sono ripetute varie volte: nudo e vuoto. Sono parole che riportano all’esposizione. Essere nudi è la condizione di maggiore libertà ma anche di maggiore esposizione a tutto ciò che è esterno (o estraneo) da noi. Vuoto non è quasi mai l’opposto di pieno quanto l’assoluta mancanza di confini, quindi lo spaesamento e il fluttuare nel pensiero e nello spazio-tempo. C’è tanta ricerca di infinito, di Fede.

Tantissime citazioni interne più o meno visibili, frutto dell’amore di Pizzolitto per i suoi riferimenti• Scarabicchi, per primo, ma anche Lepori del quale un verso regala il titolo alla raccolta.














Nelle foto le poesie che ho preferito nel libro, ma tante altre pagine hanno le orecchie e le note a margine.






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