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#cosaleggeleditrice - Cafè Royal di Marco Balzano


Arrivata finalmente al termine di “Café Royal” di Marco Balzano (Einaudi editore) Finalmente perché in giro tra borsa, comodino e scrivania da metà maggio. L’ho “abbandonato” più volte perché le storie che tocca mi hanno attraversata in momenti della vita diversi, ma viste sulla pagina smuovevano ricordi memorie e persone. . L’ho concluso grazie alla versione audio: è impossibile smetterne l’ascolto, sarà anche per la calda voce d’altri tempi di Lino Guanciale capace di dare pause toni e inflessioni anche ai pensieri di chi ascolta. È facile trovarsi a pensare “io l’avrei veramente detto così”. . Tante storie che hanno come unico comun denominatore un bar, un luogo che è emblema di uno stile di vita, specchio di una società sospesa, testimone di chi passa. E degli incontri. È stato più volte scritto che il libro di Balzano si basa sull’arte dell’incontro, e per me in parte è così: nel libro si descrivono i “bell’incontri”, più o meno fugaci, incontri reali tra persone più o meno vere (il gioco dei personaggi e delle loro maschere è sublime, così come l’intrecciarsi dei punti di vista delle stesse vicende). . Però, a mio parere, il tema centrale del volume è la comunicazione. La capacità o la volontà di comunicare tra i vari personaggi. Più o meno sotterraneo c’è anche la perdita di una comunicazione efficace perché abbiamo dovuto cambiare le modalità di relazione con gli altri, talvolta ci è stato imposto altre semplicemente si è cresciuti e si è cambiata la prospettiva. . In molti punti si fa riferimento all’incomunicabilità delle cose, delle situazioni, dei sentimenti sia nella non capacità di esprimere che nel negarsi agli altri, nel mettere un freno a ciò che si può dire. Una sorta di cesura tra quello che è stato, che non è dicibile, che non si vuole esplicitare e la necessità assoluta di essere altro. Liberi di poter dire o ancora meglio liberi di iniziare una nuova narrazione. . Lo sfondo, e credo lo abbia detto anche l’autore in qualche intervista, è la città di Milano ed è capace di essere tanto presente da diventare lei stessa protagonista. Una città, che chi la frequenta sa, è carica di tradizioni sociali, convenzioni e borghesia; quella borghesia che Balzano ha deciso di descrivere alla ripresa della semi normalità dopo la Pandemia. . È un libro denso, nel quale volenti o nolenti ci si ritrova, in uno o in più personaggi, e forse per questo un libro che scrive di tutti noi.




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