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Claudio Dal Pozzo - Inedito e antologia





di chi parlerò guardando fuori dal cervello

dalla pelle dal cuore dalla memoria?


del suv elettrico che sorprende il pedone

sulle strisce con gli occhi allo schermo?

dei maranza tutti acetato lame e trap

che esce dalla cassa portata a tracolla?

degli abusi edilizi perpetrati dalle cricche

sedute arroganti in consiglio comunale?


del bambino in squat ininterrotto nel cortile

con la palla stretta al petto con le mani

del raggio di sole che rimbalza dai vetri

al pensionato che dà le briciole agli uccelli

del filo d’erba che spunta dal cemento

respira i fumi delle auto ma non muore



L'autore alla lettura presso lo Spazio Illich del 6 febbraio 2024



Antologia degli editi


Da Spunta per il viaggio verso ovest, Arcipelago itaca, 2022

 

 

Sezione “Un Moleskine già scarabocchiato”

 


sono nato alla fine della esse

che il mio fiume ricama tra pietre romane

merli e borchie di medioevo

quando le Millecento e le Vespe a due selle

correvano intorno all’Arena

e la domenica un solo gelataio

vendeva i pinguini alla menta

da mordere e succhiare

prima che le mani appiccicassero

appena dopo il boom economico

giusto in tempo per la cassa integrazione

la scala mobile che non era quella dell’UPIM

 

mia madre cuciva in casa tomaie

dalla radio MIVAR Battisti cantava



 

*

 

I like Chopin

riempiva l’estate ottantatré 

nel basso Salento 

il tufo a grattugiare stinchi

e materassini gonfiabili

 

nella sala giochi bar latteria 

rivendita di bombole di gipielle 

masticando ceci tostati e paradigmi di greco

cresceva la peluria sopra il labbro

fuggivano le caviglie dagli orli dei jeans

e il terzo millennio sembrava raggiungibile

solo con razzi interplanetari

 

I like Chopin, Gazebo – 1983 https://www.youtube.com/watch?v=Dtrgwqei7ww

 




Sezione “Isol-Azioni”

 


i corpi ancora glabri  

dentro uniformi variopinte

taglie ics elle da adulti

i cuori in vestiti che scappano 

 

li ho visti svagatamente concentrati 

a risolvere l’equazione 

dei loro quindici anni

 

 

 

 

Sezione “Preghiere laiche”

 

 

credo a chi sfama e copre altre vite

senza appellarsi a gerarchie e divinità

credo a chi taglia per primo il traguardo

ma non ha pose di campione imbattibile

credo a chi perde l’ultimo treno

per asciugare le lacrime di uno sconosciuto

credo a una tromba jazz con la sordina

che si adatta negli spazi liberi tra sigari e whisky

credo al radicchio di campo agli gnocchi di malga

e anche a patatine con ketchup alla festa della birra

credo agli appunti di gesso sopra abiti su misura

alle piaghe dei bambini che cuciono jeans H&M

credo alla capriola di una pagina girata dal vento


a quel che resta di buono

nell’uomo per l’uomo

 

 


 

Sezione “Stanza 76-1”

 

 

Radio Italia – solo musica italiana

 

Giusy Ferreri – dici - ha una voce inconfondibile!

e capisco che non perdiamo i tuoi timpani

le mani forse sono in ricarica le braccia un livido

ma non le sottrai ai pungiglioni che portano sopore

visioni lisergiche psichedelia malgrado le canzonette

nazionalpopolari dello stereo discreto sul bancone

 

la vita è una costata da rosicchiare bene

fin sotto l’osso una bistecca a volte filacciosa

tra parentesi di tapioca e mousse alla mela

 





SPUNTA PER IL VIAGGIO VERSO OVEST

 

una ciambella da gonfiare con la bocca

e la giuntura che ti graffia l'eritema

un libro con il dinosauro che salta fuori

e tu fai grrr e la faccia cattiva                                                       

tre spille sopra il bavero di jeans

e un pacchetto azzurro pallido di Gauloises

l'ultimo numero di Ciao 2001

con il poster dei Van Halen nella pagina di mezzo

la sciarpa fintoBurberry dei banchetti del mercato

i Ragazzi di Via Paal e un po' di lacrime

che poi alla fine muore Nemecsek

uno zaino vuoto da riempire di silenzi

e riporci le scarpe quando camminerai

dentro te stesso

 

 

 

 

Sezione “La cassetta degli attrezzi”

 


dammi una ballad e un tappeto di smartphone

ché non si usano più gli accendini  

materassi di lattice e reti con doghe

ché più non vendono ondaflex e lane

poi dammi tessere di prossimità

ché i citofoni battono la ritirata

luci a led calde o fredde che siano

ché di tungsteno ormai siamo sazi

mettici pure qualche folder di e-mail

ché le veline non vanno più negli archivi


lasciami i brividi lungo la schiena

per una musica un verso un odore

la bile che monta davanti a un sopruso

ché l'indignarsi non passi di moda

se puoi versami del vino novello

prega l'autunno che ci offra il letargo

portami a zonzo tra i vicoli pigri

dove il sole accarezza il bucato che unisce

dammi le mani di velluto o con calli

ché solo esse conoscono il tempo

 

 



Claudio Dal Pozzo nasce a Verona nel 1967.

Di stampo umanistico, dopo gli studi classici del liceo, si laurea in giurisprudenza e management pubblico. Lavora dal 1991 presso l’Università di Verona, dove attualmente coordina i servizi dipartimentali di Scienze Giuridiche.

Fin dalla sua prima adolescenza si appassiona all’arte, soprattutto a quella della parola: inizia da fanciullo a scrivere poesie e, a partire dai diciott’anni, recita in diverse compagnie teatrali veronesi fino al 2004.

La sua ricerca poetica, oltre a seguire la normale evoluzione che porta un ragazzo alla maturità, attinge a tematiche e a lessici contemporanei.

Saltuariamente partecipa a reading di poesie.

Recentemente:

Nel 2021 partecipa al XXVII Premio Nazionale di Poesia Inedita “Ossi di Seppia” (2021), Taggia (IM), risultando tra gli autori selezionati per la sezione “Premi speciali”. 

Nello stesso anno riceve la segnalazione d’onore per la raccolta inedita “Spunta per il viaggio verso ovest”, nell’ambito della XXXV edizione del Premio Nazionale “Lorenzo Montano” (2021) – Anterem, Verona; con la medesima raccolta risulta vincitore della VII edizione del Premio Editoriale Nazionale “Arcipelago itaca”, Osimo (AN) nella sezione “Opera Prima”, con pubblicazione integrale della silloge per i tipi di detta casa editrice.

Nel 2022 risulta tra i quattro vincitori nella sezione poesia inedita del XXVIII Premio Nazionale di Poesia Inedita “Ossi di Seppia” (2022), Taggia (IM); si classifica al secondo posto nella sezione poesia inedita della XL Edizione del Concorso Nazionale di Poesia in lingua italiana “Umbertide XXV Aprile”, Umbertide (PG); risulta tra i finalisti nell’ambito della XXXVI edizione del Premio Nazionale “Lorenzo Montano”– Anterem, Verona, sezione “Una poesia inedita”, con l’opera “Calligramma”; risulta tra i finalisti della XXIII edizione del Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa “Guido Gozzano”, sezione “Poesia inedita”; è tra i vincitori dell’VIII edizione del Premio Editoriale Nazionale “Arcipelago itaca”, Osimo (AN), nella sezione “Silloge Breve”, con la raccolta “Suite per solo uomo in divenire”.

Nel 2023 con la breve silloge inedita “Photo exposition” riceve il Gran Premio della Giuria nella sezione “Insieme di poesie” del XXIX Premio Nazionale di Poesia Inedita “Ossi di Seppia” (2023), Taggia (IM); fa parte della Giuria della XXXVII edizione del Premio Nazionale “Lorenzo Montano”– Anterem, Verona; si class

ifica al terzo posto nella sezione poesia inedita della XLI Edizione del Concorso Nazionale di Poesia in lingua italiana “Umbertide XXV Aprile”, Umbertide (PG).

Note di lettura e suoi testi sono presenti in antologie, riviste online e stati recentemente tradotti in spagnolo dal poeta Antonio Nazzaro, per il “Centro Cultural Tina Modotti”.

Verso la fine del 2014 comincia a sperimentare un diverso linguaggio artistico inserendo su tela, ancora prima dei colori, materiali diversi. Il suo è da subito un approccio materico e astratto, capace di comunicare tutta la sua complessità, dove forte e chiara è l’influenza di pittori contemporanei e astratti.

Con un stile in continua evoluzione, e che va via via personalizzandosi verso una propria cifra, cerca di comunicare e di trasmettere l’energia dei pensieri, delle inquietudini e delle emozioni che lo avvolgono. 

Suoi lavori sono presenti in collezioni private a Milano, Verona, Napoli, Moldavia, Rimini.

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