Pierangela Rossi, Melusina e le altre
“Lo annoto e taccio. Perché sono abituato ai prodigi”.
Abdulah Sidran
I
- Le streghe sono fate mal riuscite-Figlie dell’ora del diavolo.
- Per dirla in breve, a una megera
Non gliene importa
Dei guasti che combina. E’ recidiva
- Negli anni della vecchiezza Voglio far crescere lunghi lunghi I capelli e legarli dietro con un pettine Di strass. Un po’ per vezzo. Il vezzo non ha età. Un po’ perché così se viene una strega troverà Pochi capelli da attorcigliare Alle piante torte, da far cornice Agli zerbini. Per le streghe ogni capello Vale, è buono cioè cattivo nel suo uso Una volta strappato dalla spazzola. Anche per una megera Conta l’intenzione.
- Quel che imputerei a una strega
Soprattutto sarebbe estorcere
La mia attenzione indirizzandola
Sul vacuo. Attenzione preziosa
Invece presa eventualmente
Dal perimetro dei mala gesta
Insensati: gesti d’odio che l’amore
Non contempla, il sorriso
Degli angeli getta via. Se per caso
Incontrate una megera
Guardate: probabilmente
Ha le rughe dell’odio.
Non ha rughe di sorrisi
- Una strega poveretta
Ha stretto un patto d’odio
E non si confessa.
Chiesa contro sabba in case
Benedette dall’amore
E dall’Acqua santa.
Là una strega ha strepiti
E rumori, cose sbattute
Colpi e tuoni
Per disturbare
Perché non è a suo agio.
(Veramente una strega
A proprio agio non lo è mai)
- Qualche volta una strega
Brutta come il peccato
Mette in gran dispitto.
E’ il suo principale
Mestiere. Le streghe sono tra noi
Spesso: è quando non volano
Sulle scope al chiar di luna
Col cappello a punta
Allora escono dalle fole loro
Habitat e dalle favole e vivono
Tra noi indisturbate
E mimetizzate
- Una strega è arbitrio e insolenza.
E tutte si somigliano.
Una volta avevano un cuore.
- Alle streghe piacerebbe vederci morti Tra gli spasimi e gli spasmi. Moriremo tutti, qualcuno dice Anche le megere, i belli e i brutti.
- Una strega come sua misura d’ordine Ha lo scomporre in disordine. Perciò dove è diritto ci sarà poi L’obliquo o il tagliente E viceversa Tutto contro tutto, accatastato in una guerra privata
- Le cose? Corpi contundenti, Coltelli da sbudello, Esercizi di malaùgurio.
- Quando vanno in escandescenze.
Si pensi: è ovvio, hanno la mente
Offuscata e disturbata,
Gioie non conoscono
- Una strega è bifida dunque mente.
Se rompe un orpello in un negozio
Se sporca i muri di Milano con un tag
O con polvere quelli bianco sporco
Colta in flagranza negherebbe tutto Proprio mentre ne combina di grosse Le megere sono vili
- Una strega si crede onnipotente Nel male fa agli altri quello Che non vorrebbe per sé.
- Ignorante e maligna Colma sempre la misura. Ogni giorno santo, però Un angelo scende a proteggere
- La notte mi accoglie si fa grembo
Del nulla non ci fossero luna e stelle
E nuvole. E i nostri miseri
Faretti notturni svengono
Uno a uno nell’alba di noi stessi
Ripartoriti dal giorno pieno,
Un po’ assonnati dal via
Vai dei servi del nulla
Da non evocare: fate attenzione
- Dite il rosario, fate il segno di croce
- Le streghe sono avide
Della gioia del tempo
Altrui non conoscendo
Disturbate come sono
La profonda pace:
Sempre interiore
- Come avete e abbiamo riscontrato
Una megera qualsiasi
Di bassa manovalanza
È intervenuta anche qui
Cambiando l’interlinea dei versi
O la successione o facendo
Saltare il computer
Per puro pervertito godimento
II
- C’è la Melusina, la Malaspina, Rovinano le carte, i libri: Odiati nell’ignoranza Di cui sono preda Vengono da Malastrana Sono insidiose Hanno un gatto sul cappello E una bacchetta catturaluna Quando passano i cani abbaiano Sono impudiche: si sa
- Creano inquietudine Dove tutto è calma e bellezza, Varchi trappola. Basilische, Barracuda, cobra
- Le megere dormono
Il lutto della luce
- Pratiche magiche per contatto, crittografie che neanche Turing considererebbe. Segnali abusivi alla parola morte: farli a minuscoli pezzettini da buttare via. Ah, se si potessero fare a pezzetti almeno le parrucche delle megere
- Le Melusine gelicidano se possono ogni altro cuore. Non provando gioia pura a loro preclusa disturbano di meschinerie colui o colei che vedono raggianti, radiosi. La luce sul viso radioso è ciò che più disturba le Melusine, rabbiose anche nei sabba
- Le Melusine hanno vacanze senza riposo tormentando eventuali familiari poveretti, rendendoli idrofobi rosicano sempre il cuore dell’altro abitate come sono da spiriti immondi. Se si spostano lo fanno per denaro: il loro presunto cuore pulsa male: sono le intermittenze del cuore delle streghe: non è certo che un cuore l’abbiano ancora
- Di notte non hanno incubi,
Piacerebbe loro
Essere gli incubi degli altri
- Le ombre eredità di vicinanze
- Se qualcosa è bello e puro
Viene rovinato con pozioni
Mandragora e denti di drago.
Hai brividi? Ti sfiorano.
- Hanno un’ambizione: Rovinare la gioia Di scrivere, di vivere, di amare. Facce da rospo!
- Occhi di vetro studiano
Come infastidire
E lordare: persino
Il filo dell’orizzonte
- Sul naso hanno peduncoli
Repellenti. Guardarsi
Allo specchio?
Un trauma ogni volta
-Le streghe e i folletti
Invisibili o visibili
Sono protervi
- Curiosando si fa per dire (mossi dal dispetto) disfanno e rovinano tutto il bello che trovano
-Non bisogna scompagnare le scarpe Uscire di casa all’indietro Non guardare dove si mettono i piedi Tra le buche dell’asfalto, Berciare e consumare troppo tacco. Senno’ le streghe se ne approfittano
-Però c’è un sistema per mandarle via.
Anche se sono invisibili emanano
Il gelo di Halloween: scaldare
Un pentolone d’acqua, farlo bollente
E quando senti il gelo dei senza anima
Soffiare e farle cadere nel pentolone
- Vorrebbero creare e non ci riescono
Sindromi di Stoccolma
Nei malcapitati
Legati mani piedi cervello
Affondano nel tè
- Eleusina ha una scatolina
Bianca rossa e nera
Dove tiene tutti i virus
Tutti i batteri, tutti i mali
A cominciare dal mal di cuore
- Quando si sta un po’
Senza streghe intorno
La vita ti sorride
Tutti sono gentili
Fate invisibili indisturbate
Danno elisir
Di giovinezza
Anche ai neonati
- Poi entrano in scena
I maghi buoni
Anche se pieni di sé
E brontoloni come
L’acqua che bolle
Incessantemente
Danno una mano
Alle fatine per creare
Atmosfere incantate
E’ il loro principale
Mestiere essere buoni
- Quelle hanno il cappello a punta
Di un colore che porta male
Il viola e invidiano
I nostri cappelli con il fiocco
E le impunture accurate;
Li rovinano con unghie
Smaltate male di arti adunchi
- Con le streghe e i folletti
Che aspirano all’invisibilità
Nel senso che non hanno coraggio
Sono falsi e bugiardi, le combinano solo
Perché odiano la gioia di vivere
Così semplicemente.
Chissà che brutto essere parenti
Di una megera anche alla lontana!
- Le malandrine sono parassiti
Per i disaùguri usano le cose belle
Dei malcapitati: tutto lordano
Tutto sporcano tutto spostano
Anche i souvenir più cari
Di persone che ti amano:
Anzi ci trovano più gusto
- Se vedono una scala a costo di contorsioni
Ci passano sotto e i gatti neri drizzano il pelo
Al loro passaggio e fuggono via
Da soli o in compagnia o misti a due a due
- Melusina e le altre a volte
Si accontentano del rosso
del nero, strumenti a taglio
o raschio rossoneri per distrarre
dai veri misfatti: filtri, cuori finti
a fare tradimento ai mariti,
magheggi per malie incorrisposte
- E via via via così col vento rosso del Sahara
con una scopa sporca dopo aver rovistato
nella spazzatura della città e rovinato
Vangeli Bibbie e immaginette
Fanno il giro a spirale della cupola di San Pietro.
Nemmeno sanno
Che il Papa non abita più là,
E, per fortuna!, Papa caro
A tutti i miti della Terra