Paolo Polvani, Inediti
Buongiorno sorelline
Buongiorno sorelline, vi soffio aprile sulla faccia,
perpetuo il mio scodinzolare, spalanco le finestre.
Ci siamo rivelati le paure, i desideri, abbiamo abolito
ogni segreto, inventato codici, escogitato
segni, inventariato sogni, spalancato i cancelli
delle quattro esse: salute soldi sentimenti sesso.
Concimato il terreno di parole.
Adesso ci abitiamo, abitiamo dentro la poesia.
Siamo liberi di andare e tuttavia ancora ci teniamo
per mano, ci sfioriamo di carezze, di appigli.
Vi porto con me, tra il circolo polare e l’equatore,
in veglia e sonno, in felicità e dolore, vi accompagno
dalla periferia fino al più fondo, profondo centro del cuore.
Ciao Narda!
Che direzione ha preso quella tua risata ? dov'è diretta adesso quella tua guida spericolata che spettinava le strade da Sogliano, sulla utilitaria che aveva il colore e il calore e l'accento della simpatia di cui già ora avverto infinita nostalgia. Ti salutano i gatti di Gatteo, e i tuoi bambini che ora sono cresciuti, ti salutano i poeti che anche se cresciuti non la smettono mai di restare bambini, e ancora tremano al ricordo della tua risata, di quella guida tua spericolata.
Condottieri dell’amore
Vedi ? decisamente non sono un condottiero dell'amore, mi scoraggio,
ai primi ostacoli m'inceppo, incespico, barcollo,
sgominato dall'orgoglio chino la testa e scappo, incatenato
alla chimera del possesso, all'idea che sia il sesso che ci salva
e ci riscatta. Tu strappami tutte le medaglie, non le merito, vedi ?
però tramite te io imparo, cerco un altro me, tento il salto con l'asta
oltre i miei limiti, provo a liberare, a librare l'amore oltre le nubi, oltre
un ristretto orizzonte. Chiederò ai tuoi santi un consulto, una dritta
per amarti davvero, per amarti di più, amarti oltre ogni sconfitta.
Dove abita la gioia
Sai dove abita la gioia ? dove
trova riparo ? dove fa la sua cuccia ?
a chiunque tremerebbero le gambe
quando accende la luce
il tuo sorriso. Ci sono le voci
e il passo lieve dei gatti, ci sono
le antiche strade, le passate lacrime.
E’ un abbraccio nel quale riposare.
Una bella fetta di futuro
T’incarto qui una bella fetta
di futuro, guarda, dentro ci metto
un libro aperto a pagina trentotto,
un telefono che squilla, un lento,
un triste miagolio, uno spiraglio
d’alba, un quanto basta
d’incertezza. Il futuro
è un affacciarsi alla finestra,
è masticare il cielo, è decollare
dentro una tempesta di parole.