Inediti di Franco Casadei
La matita
Non si impone come la biro
che dove lascia il segno non si toglie.
Non ha la nobiltà della stilo.
E’ plebea, ma ha qualche privilegio:
sui bordi dei libri preferiti
le note più intime e segrete
e gli appunti decisivi per l'esame
sono in matita e li ritroviamo
dopo anni, pur se sbiaditi.
Non ama la solitudine
non fa tutto da sola,
va in giro volentieri con la gomma.
Quelle che se la tirano
hanno un minuscolo gommino.
Vanno per tentativi, le matite:
cancellano, correggono, come i poeti.
Amano essere accarezzate e ogni tanto
̶ giusto il necessario ̶ un po’ appuntite.
Gli alberghi si dividono in due categorie:
quelli che in camera hanno la matita
e quelli che propongono la biro.
I poeti scelgono sempre i primi.
L’inedito
La nostra vita,
il grido a un cielo chiuso,
una traversata nella notte
senza l’attesa di un’aurora.
Dentro questo mondo
pieno di domande orfane di senso,
irrompe il Natale con il suo inedito,
il volto di Dio nella storia.
Là dove sembra dominare l’agonia
accade un parto, un bambino
abbraccia la nostra condizione,
l’abbozzo di un germoglio
che cambia, alla radice, prospettiva.
In mare aperto
Voglio salpare
cavalcare i flutti e la tempesta
abbandonare la paura
e l’àncora dei porti oltre i quali
non ho saputo osare
non arginerò il grido,
partirò col sole del mattino
stretto al timone
pronto a sfidare il maestrale,
la rotta mappata dentro il cuore.
Che non sia speranza vana
effimera vela di un pensiero,
ma certezza che mi spinge
a navigare in mare aperto
dove neppure il gabbiano
osa volare.
L’alba
L'alba sempre ti sorprende.
Manda l'aurora a dare una sbirciata
e appena ti distrai, apre il sipario
spandendo gradatamente il suo chiarore.
Amante del silenzio,
ha scelto le prime ore del mattino
quando ancora il mondo è fermo
Territorio sospeso tra il tutto e il niente,
l’alba va aspettata sul balcone,
i capelli in disordine, freschi di cuscino,
abbandonandosi alla meraviglia
per le manciate di promesse che sparpaglia.
Il mondo è apparso all'alba.
Vale la pena attenderla
come fosse la prima. Ogni volta.
Il nido
Tutti abbiamo bisogno di un luogo, di un rifugio
in cui non si debba stare in perenne allarme
con la sensazione di un pericolo incombente.
Per alcune paure, la ragione non può nulla.
Abbiamo bisogno di un nido, inutile negarlo
chi spesso, chi magari una sola volta nella vita.
Il bambino si raggomitola sotto le coperte
aspetta una carezza e si addormenta,
sa che nulla di male gli potrà accadere.
Per altri il nido è un brano musicale
da ascoltare sulla poltrona preferita.
Per qualcuno la pagina di un libro, una poesia
letti nella penombra della sera,
una chiesa di campagna, un monastero
quella strada di collina o un angolo di mare.
E più spesso, una persona cara.
Domanda aperta
L'onda arriva alla battigia
poi si ritira,
continuamente mi raggiunge
e mi abbandona.
Perché mi viene incontro
la vastità del mare,
perché mi irrora
e poi scompare?
Il tempo della risposta
indugia in mare aperto e io mi lascio levigare nell'attesa,
fino a scomparire a poco a poco in fondo alla domanda.
Il gran salto
Non è un muro cieco
la morte
assomiglia
ai torrenti di montagna
al tempo del disgelo
quando, gonfi di acqua,
incontrano un dirupo.
Allora tumultua l’acqua
nel gran salto,
poi riprende a scorrere,
limpida e viva come prima.
Il punto zero
Manca qualcosa in quella classe,
anzi qualcuno
manca lei ̶ di 17 anni ̶
che una mattina
non è venuta a scuola,
che non verrà più, per sua scelta
lasciando tutti frastornati
come colpiti da una clava,
a chiedersi perché
una ragazza nel fiore dei suoi anni
abbia deciso di morire
una ferita che ha riportato tutti
al punto zero della vita.
Dove ritrovare quella voce,
il suo sguardo adolescente?
Dio passa attraverso le ferite,
ho letto fra le pagine di un libro.
Questa l’unica speranza
per i compagni
di ritrovare la loro amica
che ha lasciato l’aula così vuota.
Franco Casadei, medico, vive e lavora a Cesena. Ha pubblicato le raccolte di liriche: “I giorni ruvidi vetri” (Il Ponte Vecchio, Cesena, 2003); “Se non si muore” (Ibiskos Risolo, Empoli, 2008); “Il bianco delle vele” (Raffaelli Editore, Rimini, 2012); “La firma segreta” (Itaca, Castel Bolognese, 2016).
Primo classificato nei premi di poesia: Ungaretti, 2005; C. Levi, 2005; Giovane Holden, 2008; “C. Pavese” per medici scrittori, 2013; G. Gozzano, 2013; R. Fucini, 2015; G. Bufalino, 2015; “Terre di Liguria”, 2016; Città di Piacenza, 2016. Fra i primi classificati nei premi: Neruda, 2006; D’Annunzio, 2006; Baudelaire, 2008; Foscolo, 2009; D. M. Turoldo, 2011; J. Prevert, 2011; Manzoni, 2011; Kafka, 2012; “Ossi di Seppia”, 2012; Premio nazionale di Filosofia- sez. paradossi, 2012; G. Pascoli di Barga, 2014; Antonia Pozzi, 2014. È fra gli ideatori de “La poesia nelle case”, proposta di modalità di divulgazione della poesia in vari luoghi della città.