Poesie per Mirta, di Raffaele Piazza
*
Anima di luna, tu Mirta
nelle cose aurorali ancora
mi parli e mi dici di non
avere paura. Abbiamo attraversato
il sentiero azzurro della vita
la tua villa faro per me
per la nostra connivenza.
Sei volata via dal terzo
piano della Reggia e hai
aperto in me la ferita.
Ora passano i giorni
senza te e non si ricompone
l’affresco del tempo che nelle
nostre risate si fermava
nella gioia.
Grazie per avermi dettato
questa poesia.
Mirta nelle acque del cielo
Ti vedo nuotare, Mirta,
nel fiume del paradiso
che hai raggiunto, ancora
così bruna e così donna.
Non hai rimpianti per la
valle che hai lasciato
né per noi che rimaniamo
nell’esilio. Acque fresche
per te che fortuna attiri
per chi ti nomina dopo
il tuo suicidio. Non avevi
peccati e sei stata presa
a braccia aperte. Ti vedo
nuotare nelle acque del cielo,
Mirta, invidiata e fraintesa
qui sulla terra. Adesso
mi disseto a un rigo della
pena che ho per te, Mirta,
che te ne sei andata,
unica amica nella ressa dei
giorni di quando mi traevi
da tutti della vita i labirinti.
Mirta Rem Picci ed io
Scherzavamo sulla canzone
di Battisti Una donna per amico
ti definivi il mio portafortuna
mi svelavi tuoi intimi segreti.
Giocavamo con le poesie:
io ti leggevo miei versi e ti
chiedevo di chi erano e tu
spesso sbagliavi e rispondevi
di Luzi o di Montale. Diventavo
Montale nella tua vergine anima.
Ora ti sei tolta la vita e non
possiamo più giocare.
Volevi la mia felicità, Mirta,
fiore rarissimo l’amicizia
uomo donna. Eppure esisti
più di prima ora d’estate
anima di ragazza e di Dio.
Mirta sorgente viva
Dove sei ora, Mirta, inter animata
a mari freschissimi dove nuoti
sei nella grazia che cercavi
in terra e non trovavi. E te
li ha dati Dio, oceani sicuri
dove t’immergi e ti fai sorgente
di parole, queste parole.
A me che sono rimasto dici
di non temere questo nulla
di vita che è bella come
un paleocristiano in una chiesa
affresco, tinte pastello ad entrare
nell’anima. Non mi manchi,
Mirta, perché ti sento ora più
vicina di quando mangiavamo
insieme. Sento che adesso sei
felice come una donna e lavori
e stai con tuo padre e Massimo.
Serena senza peccati mi apri
alla gioia il varco, Mirta.
Aprile del viaggio
1
Aprile del transito
di viatico in viatico
trova il senso Mirta
nelle parole della veggenza
disidratata la sera che
non torna, ragazza Mirta
ritrova il segno
il panneggiare acquoreo
delle cellule in guarigioni
tra l’amato e il film
di Bergman e
2
in clima avvolgente
in arcobaleni simultanei
trova la strada per Roma
salta l’ostacolo il bianco
della mente e vede e sente e
3
tra rondini di platino
ricorda Piazza San Pietro
nel miracolo duale dell’amore
rinnovato Lucio amante vede
che ancora esiste in legioni
di Angeli e
4
a poco a poco sotto i cieli di Roma
qualcosa ritrova
amuleto o segnacolo
gioisce Mirtaorchidea
dell’anima e torna al 1998:
è il 1998 l’auto candida
percorre il tempo è sempre
Lucio da amare
le linfe a mescolarsi
e nulla nasce
Raffaele Piazza- Napoli 22/12/1963- Ha pubblicato Luoghi visibili (1993), La sete della favola (1996), Sul bordo della rosa (1998), Del sognato (2009) e Alessia, 2014. Ha riportato numerosi premi, per l’edito e l’inedito, in concorsi di poesia (tra i quali la finale al Lerici Golfo dei poeti, opera prima, 1993, il terzo posto al Premio Mazza,1996 e la finale al Gozzano, 1998) E’ redattore di Vico Acitillo 124 Poetry Wave.. Ha scritto sui Blog Poetry Dream, Rossoveneziano, Bibbia d’asfalto e La Recerche. E’ collaboratore esterno de Il Mattino di Napoli alla cultura. Ha vinto nel 2014 il primo premio al Premio Michele Sovente per l’inedito e nel 2016 il Premio Tulliola con la raccolta Alessia. Ha curato per Fermenti Editrice le antologie Parole in circuito (2010) e Inquiete indolenze (2017).