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#cosaleggeleditrice - Epistolari a cura di Federico Migliorati


Ho sempre amato scrivere lettere, sin da piccola. Ho sempre amato ricevere lettere, anche ora che sono adulta. Non è una scoperta il fatto che gli epistolari siano una delle mie passioni e come tale ne ho una discreta, limitata, ma discreta, collezione. Ho pescato nella libreria dedicata due lavori a cura di Federico Migliorati, molto diversi tra loro ma anche estremamente utili e indicativi. In ambedue ho potuto saggiare come il mondo culturale e quello editoriale perpetuino alcuni meccanismi da sempre e come la visione di chi ne fa parte possa essere illuminata.


Il primo è “Cassola e il disarmo - La letteratura non basta. Lettere a Gaccione 1977-1984” edito da

Andrea Giannasi Editore in Tra le righe libri. Un lavoro

corposo impreziosito da una intervista a Gaccione capace di svelare parte di ciascuno dei due corrispondenti: da una parte un Cassola raccontato attraverso le scelte e il ricordo si Gaccione, dall’altra un autore che attraverso il suo rapporto con l’altro ha anche costruito il suo essere nella Milano intellettuale. Tante lettere riportate anche con foto originali che dipanano non solo una stagione, ma che purtroppo risultano oggi, nell’ottobre 2023, ancora attuali.






Il disarmo e la costituzione di Lega, delle sotto sezioni e l’impegno perché il movimento non sia solo nazionale ma da subito con un respiro mondiale sono il filo rosso che tiene insieme un carteggio di anni nei quali si ritrovano anche i percorsi letterari, le pubblicazioni, i traguardi e le delusioni di fronte a un mondo letterario incapace di prendere posizioni. Due persone, due intellettuali allo specchio e in continuo confronto. Un epistolario non solo per chi si occupa di letteratura, ma base importante per la critica sociale e per chi si interessa della storia recente del nostro Paese, forse anche come riflessione sul ruolo della Cultura.






L’altro edito da Minerva è l’epistolario tra Roberto Pazzi e Vittorio Sereni “Come nasce un poeta – Epistolario 1965-1982” Anche qui Migliorati inserisce sapientemente una intervista a Pazzi nella quale si intuiscono le atmosfere e la tensione che hanno accompagnato tutto il percorso del poeta. Se alla prima lettura alcuni scambi risultano ruvidi, un po’ forzati, al completamento della seconda si ha un quadro perfetto di cosa sia stato il rapporto tra i due.










L’uno, giovane e volenteroso, l’altro esperto e dotato di una pazienza e di una diplomazia ancora oggi rare.

Il titolo è quanto mai azzeccato e indicativo: un poeta si costruisce con le letture e con le composizioni, ma anche con il confronto con i Maestri e se ha la fortuna di trovare un Mentore deve avere anche la capacità di tenerlo stretto a sé, di capire i tempi e i modi perché ogni parola non sia vana.












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