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#cosaleggeleditrice - Davide Cortese ed esoeditoria

Ci sono libri e progetti che si incontrano sul proprio cammino e ci lasciano stupiti davanti alla loro realizzazione e/o alla loro idea di fondo.

“L’unicorno o il libro delle poesie inesistenti” per le Edizioni Volatili a firma di Davide Cortese con le illustrazioni di Giuditta Chiaraluce.

Ho messo uscita tra virgolette perché si tratta di un progetto di esoeditoria, cioè un progetto sensato (ce ne sono altri che partono dalla faciloneria che la poesia vada ricercata), che si pone fuori dal mercato librario e affida i propri prodotti ai suoi autori, i quali li distribuiscono a chi credono possa apprezzare il discorso artistico che ci sta dietro e anche la proposta.






Quello di Cortese, se a una prima classificazione può sembrare un divertissement, nella realtà non lo è affatto. Chi ha frequentato almeno per un pochino i libri di Tulet sa di che si tratta.

Per chi non l’ha frequentata, in soldoni, la produzione di Tulet è rivolta all’infanzia e al modo in cui si può interagire col libro, con lo spazio e col suono.

Se la poesia viene spesso definita come fatta da più spazio bianco che da parole, quello spazio bianco diventa una vera e propria sfida per chi scrive.

Troppo? Troppo poco? E oggi cosa scrivo?




Beh, questo librino con molta ironia e un po’ di sarcasmo ci pone una domanda più grande: siamo sicuri di sapere vedere la poesia dove realmente è, e non solo dove graficamente ci pare che sia?

Quindi lascio qui qualche immagine delle pagine perché ne possiate godere anche voi.








Forse la poesia va ricercata in tutto ciò che sfugge, un po’ come le parole che non sono finite su queste pagine ma che si sono propagate nella testa, nella risata e nel pensiero di chi lo “legge”, sfoglia, ama.



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