Giancarlo Baroni, Come lucciole nel buio. Dieci riflessioni sulla vita e sulla letteratura.
Un piccolo grande libro, quello di Giancarlo Baroni, che riprende il filo di un discorso critico portato avanti nel tempo e già sedimentato in varie pubblicazioni, che in qualche caso anticipavano questa stesura definitiva. Dico “piccolo” solo per la foliazione, perché il lavoro critico è di altissimo livello e grande densità.
Peculiare la modalità di scrittura: per evitare le secche di una argomentazione astratta, Baroni sceglie di appoggiarsi frequentemente sulle sue amplissime letture, a cui rimanda una nutrita serie di passaggi indicatori: scelta indispensabile, perché nulla è più nefasto di certa astratta mistica della letteratura con cui anche grandi poeti si sono cullati, fra rivendicazione di uno statuto quasi divino della poesia, rivendicazione dell’indicibilità dell’arte, pretestuose fughe nel significante ecc. Ebbene, Baroni segue invece un filo logico molto concreto e stringente che, ruotando attorno al rapporto fra letteratura (specie poesia) e vita, presenta con coerenza una progressione che (tema della prima sezione, Un cannocchiale nel buio) parte dalla ricerca di senso nella vita e della vita sullo sfondo della fine ineluttabile che ci spetta, il vero nemico contro cui si scrive in nome della vita: ciò che lo scrittore fa è puntare un cannocchiale sul buio, cercando di illuminare la vita – da qui lo splendido titolo – con barlumi di comprensione. Ovvio che il problema diventi, da subito, la dicibilità di questa comprensione: come dire ciò che va detto, ciò che non si può non dire? La prima sezione si chiude nel segno di Ulisse, l’astuto, il menzognero, ma anche l’intelligente esploratore nel nome della conoscenza.
La seconda sezione, Una incerta beatitudine, ha per fulcro il rapporto tra lavoro e fatica dello scrivere e gioia della creazione. I nomi convocati da Baroni attestano spesso la sovrapposizione dei due elementi. Il secondo filo, che porta Baroni a confrontarsi sempre più con i concreti problemi dello scrivere, è il rapporto fra realtà e immaginazione, o meglio fra necessità di un felice e compiuto equilibrio espressivo e urgenza del dire, che porta alla reazione verso le gabbie stilistiche, il decoro, l’idea stessa del bello. Temi centrali, che vengono illuminati, con equanimità, da citazioni precise.
Per concludere, questo è un libro di grande interesse non soltanto per chi pratica la scrittura creativa, ma anche (e forse soprattutto) per chi la insegna e per chi, specie i giovani scrittori, voglia avvicinarsi ad essa con una migliore consapevolezza.
Mauro Ferrari
