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Dimarys Aguila García - Cuba

Traduzione e presentazione a cura di Antonio Nazzaro



La poesia di Dimarys è un dialogo continuo sulla propria esperienza di vita, sul fare poesia e sull’erotismo. Quest’ultimo è ricco di immagini forti non tanto sessuali o sensuali ma estreme, sia chiaro non parlo di bondage o cose simili, bensì di un darsi totale all’altro e al piacere o meglio alla fantasia di un piacere. Nei suoi versi la sensualità resta comunque un elemento centrale.





 

Dimarys Aguila García, (L’Avana1979). Poeta, scrittrice e giornalista. Laureata in Lingua e letteratura Inglese. Membro dell’Unione degli Scrittori e Artisti di Cuba (UNEAC). Ha pubblicano una decina di libri la maggior parte di poesia. Suoi testo sono stati tradotti in diverse lingue su riviste internazionali.  È presente in diverse antologie di poesia cubana contemporanea. Ha vinto importanti premi nazionali e internazionali.

 


 

*


Cammina su un tappeto di chiodi

In un rovente giovedì

lavarsi i piedi con le spine

come parte dell’allenamento

di quei tanti nomi folli di poeti,

escapisti della vita.

E la parola ripetuta a voce alta

“Non ti addormentare”

lontano sussurro degli elfi,

in un mondo di orchi

e demoni

lanciarsi nell’inferno

per salvare la bacchetta magica

della fata madrina,

lasciare cadere lo sguardo nel vuoto

e per un istante

sentire come lavano lo stomaco,

mentr le siringhe

aspirano i resti della vita

volti sfigurati

corrosi dall’acido stomacale

e un suono di sirena

annuncia l’ultimo spettacolo di Houdini.

 


 

*

 

Caminar sobre una alfombra de clavos

al rojo vivo de un jueves,

lavarse los pies con espinas

como parte del entrenamiento

de esos tantos locos nombres de poetas,

escapistas de la vida.

Y la palabra repetida a  voces,

"No te duermas"

 distante susurreo de los helfos,

en un mundo de ogros

y demonios

aventarse al infierno

para salvar la barita mágica

del hadamadrina,

dejar caer la mirada al vacío

y por un instante

sentir como lavan  el estómago,

mientras las jeringas

 succionan restos de vidas

desfigurados rostros

corrompidos por el ácido estomacal

y un sonido de sirena

anuncia el último acto de Houdini.

 

 


*

 

Lo schiaccianoci è tornato,

spogliata dei frutti

gli offro le mie ossa

su un vassoio d’argento.

Spaccare le ossa è un gesto d’amore,

la sensuale immagine dei piedi

disposti ad essere divorati dalle dita,

la termite sulle unghie

la slogatura della caviglia sinistra,

la lussazione della rotula,

il bacino e le sue 45 usure,

la piccola ernia lombare

(del sesto mese della seconda gravidanza)

il colpo della strega,

la spalla che mai ha ruotato

quell’estate del 79,

le emicranie fissate al cranio

e i raggi X nel flash

che mi cattura.



 

*


El cascanueces ha vuelto,

desposeída de frutos

le ofrezco mis huesos

en bandeja de plata.

Cascar huesos es un acto de cariño,

la sensual imagen de unos pies

dispuestos a ser devorados desde los dedos,

el comejen en las uñas,

el esguince del tobillo izquierdo,

la luxación de la rotula,

la cadera y sus 45 desgastes,

la pequeña hernia lumbar

(del sexto mes del segundo embarazo)

el golpe de la suegra,

el hombro que nunca rotó

aquel verano del 79,

las migrañas fijadas al cráneo

y el Rayo X en el flash

que me captura.

 


 

*

 

È caduto il tetto della casa

nel più lungo di tutti i silenzi,

una palla di terra

con tre parti d’acqua,

un mondo, il mio mondo

che gira su un asse immaginario

e mi regala giorni e notti, anni

e stagione, per salvarmi

da più di quattro decadi.

Ma questa volta

è caduto il tetto della casa,

e con lui, il mondo dalle tre parti d’acqua

e un terzo di terra

per interrare le ossa

e concimare la carne

sotto le macerie che conservano

gli ultimi giorni di una casa.

 

 


Lilith

 

Come un assurdo bttito

improvviso l’inizio

ludica teoria della verità

nella mia genesi.

Così mi sono vista nei tuoi occhi,

con fame di maschi

posseduta da uomini,

indemoniata, mascolinizzata.

Andavo di porta in porta

implorando un sorso di seme

una elemosina di un uomo

per una puttana, vagabonda delle notti,

la vergogna nella foglia di vite

che preserva il pube di Eva.

 

 


Lilith

 

Como un absurdo latido

improviso el comienzo,

lúdica teoría de la verdad

en mi génesis.

Así me vi en tus ojos,

con hambre de machos

poseída por varones,

endemoniada, masculinizada.

Yo iba de puerta en puerta

implorando un sorbo de semen

una limosna de hombre

para una puta, vagabunda de las noches,

la vergüenza en la hoja de parra

que guarda el pubis de Eva.

 

 

 

 

Lilith, della antología: Entre la Espada y la Cruz, Laia Editora, Argentina, 2024.

 

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